Un disastro colposo avvenuto NON per cause naturali
La percentuale dei comuni della Provincia della Spezia a rischio idrogeologico è del 100%
“Il male autentico, il peccato, scaturisce da una discrepanza fra l’essere e il dovere, discrepanza che non esisteva nelle fasi pre-liberali dell’evoluzione”… “La sofferenza e la morte sono fattori d’evoluzione costituenti e di valore neutro nell’evoluzione pre-umana; la sofferenza e la morte causati dall’uomo non sono invece più, in nessun caso, di valore neutro, ma occorre assumersene la responsabilità morale: anche nei casi in cui abbiamo delle buone ragioni per far risalire ai nostri geni la tendenza, insita in noi, a uccidere, ad angariare e a torturare il prossimo”.
Mohr Hans, Natural und Moral – Ethik in der Biologie, cit., pag.105
Qualcuno potrebbe dire, come spesso accade, che davanti ai drammi ed ai disastri, bisogna soprassedere su tutto. Noi non ci stiamo. Un disastro colposo ha responsabili precisi e questi vanno indicati e possibilmente perseguiti, soprattutto nel momento in cui hanno anche arroganza e spocchia, dovrebbero essere, all’istante buttati fuori da ogni ambito della Pubblica Amministrazione. Non ci saranno mai abbastanza parole per esprimere l’amarezza e l’indignazione per quello che è accaduto il 25 ottobre scorso. Ciò che si è verificato tra l’estremo levante ligure ed il nord della Toscana è stato un disastro annunciato. Non è la pioggia, tanta indubbiamente, caduta sulla Liguria la “responsabile”, non lo è perché la situazione critica, ovvero le “criticità”, le avvisaglie vi erano state tutte: allagamenti, esondazioni, alluvioni, si sono ripetute anno dopo anno. Un promemoria che diceva quanto il territorio era fragile e quanto fosse urgente porvi rimedio. Invece nulla si è fatto! E non è di certo la partecipazione (il 21 marzo a Vernazza) alla giornata di lavoro “Dall’emergenza alla prevenzione, risorse e politiche per il territorio” del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in compagnia del Ministro dell’Ambiente Clini e al capo della Protezione Civile Gabrielli che riuscirà a rincuorarci. Anzi ci si chiede che tipo di prevenzione vogliano attuare, visto che all’ordine del giorno dei lavori non è stato invitato nessuno che abbia delle vere competenze (in questo tempo di tecnici) sul dissesto idrogeologico, magari un geologo, che possa illuminare i nostri politici su cosa sia e come intervenire rispetto a: dissesto franoso, allagamenti e alluvioni, esondazioni dei fiumi, arretramento dei litorali, subsidenza del terreno, siccità e mareggiate. Ben sappiamo che gli Enti Locali, la Provincia, la Regione Liguria ed il Governo, sono troppo impegnati a predicare grandi opere e grandi speculazioni, per stanziare i fondi e occuparsi seriamente della messa in sicurezza del territorio. Non è passato molto dalla scoperta che il blocco di potere intriso di illegalità dell’ex uomo forte del Pd e Legambiente, Bonanini Franco, alle Cinque Terre dilapidava i fondi anziché fare ciò che doveva per la tutela del Parco, ben oltre alle pure operazioni mediatiche e clientelari. Abbiamo assistito a nuovi grandi progetti di speculazione edilizia, tra La Spezia e Sarzana sino alla foce del Magra, spingere e spingere ancora per nuovo cemento, nuovi insediamenti, nuovi centri commerciali. Anche la Procura di Spezia ha pesanti responsabilità perché davanti all’abusivismo diffuso ed alle speculazioni palesemente incompatibili con lo stato del territorio, per lunghi anni, per troppi lunghi anni, è rimasta inerme, immobile, distratta. E non è certo un caso che la pesante inchiesta “Mani Unte” sulla cricca del Parco delle 5 Terre sia esplosa in coincidenza con il pensionamento dell’ex Procuratore Capo, Scirocco. Dalle amministrazioni locali alla Regione Liguria, passando per le banche e le grandi Cooperative, è da anni che in questo territorio, in continua escalation, si cercano solo nuove possibilità per cementificare, mettendo a repentaglio l’ambiente circostante. Per anni le avvisaglie sono state costantemente ignorate e quando è giunta la tragedia ci si è sentiti dire da tutti che “è stata una calamità”, quando invece è stato il frutto della devastazione! Certo: purtroppo senza soldi non si fa nulla, ma perché i soldi per le cosiddette grandi opere si trovano (Tav, Terzo Valico, Gronda, Pontremolese, Piattaforma Maersk) e per mettere in sicurezza il territorio no? Ma perché per approvare i progetti speculativi degli “amici” il tempo si trova e per affrontare le reali problematiche del territorio no? L’area che va da La Spezia alla Lunigiana è terra dove a discapito del territorio e dell’ambiente, chi ha governato (tenuta sotto scacco dal regno cementifero dell’andrangheta) lo ha fatto solo per i propri interessi. Questa terra, dai Cantieri Navali all’entroterra di Sarzana, è diventata terra sicura per le mafie, così come lo erano discariche, cave e Porto. Con l’emergenza arrivano più soldi da gestire (65 milioni di euro) e chi li gestisce lo può fare in deroga a molte norme, mentre altri possono incassare ben di più di quanto le povere casse degli Enti locali possono offrire in assenza dei disastri che, con distruzione e drammi, portano anche stanziamenti straordinari! Anche questa volta ci sentiremo impotenti lasciando che gli affari per certi ambienti vadano sempre a gonfie vele a dispetto delle nostre vite e del nostro territorio sempre più violato e fragile?!