Riepilogo delle puntate precedenti… Il collettivo (o il nome collettivo) Anonymous sta facendo discutere molto di se, gia da mesi (anni). Autogestione, decentralizzazione ed anonimato, uno spiccato spirito libertario, ed anticapitalista offrono una cornice nella quale inquadrarli.

Attacchi, dichiarazioni, arresti, dimostrazioni, interviste ad esperti (ma lei crede che… e di qui tutto un corollario di paranoia), guerra psicologica, bombe digitali che scoppiano nei cieli della Rete, frantumando vetrine ed esponendo banche dati.

A cominciare da 4chan, l’imageboard (tipo un forum, ma basato piu che altro sulle immagini), dal quale sembrerebbe essersi sviluppato questo progetto, lo sviluppo delle attivita’ e’ stato graduale negli anni, assumendo toni via via differenti. Dall’iniziale “we do it for the lulz” di matrice piu giocosa ed irriverente, con il trascorrere del tempo si passa ad una maggiore coscienza di sè come individuo collettivo, delle proprie capacita’, possibilita’ ed inevitabilmente doveri.

La tutela dei diritti, nella Rete come nella realta’ (inscindibile dai mezzi che consentono lo status quo), e’ il principale oggetto delle azioni di Anonymous.

Laddove sia possibile fare la differenza, allora tale possibilita’ diventa necessita’. Dagli iniziali attacchi verso siti o individui fascisti, razzisti o pedofili, si passa alla guerra alla chiesa di Scientology (culto “in” tra i ricconi d’oltreoceano, una multinazionale con tanto di centri di ricerca tecnologica e, manco a dirlo, un influente gruppo di potere), sfociata non solo in episodi di guerra/guerriglia digitale (reciproca; la CoS attacco’, a detta degli Anonymous, il sito della Epilepsy Foundation of America, riempiendolo di animazioni che avrebbero potuto risultare in crisi epilettiche da parte di un osservatore e rivendicandolo a nome di Anonymous). Agli attacchi contro il governo Iraniano, durante le presidenziali del 2009, compiuti insieme a The Pirate Bay, per garantire la libera circolazione delle informazioni, agli attacchi contro chi aveva fatto uso di un loro slogan senza pero’ agire come Anonymous. Alla battaglia contro quelle industrie cinematografiche di Bollywood e la MPAA (la siae dei film americana), che avevano assoldato una compagnia per bloccare (con tecniche analoghe a quelle usate da Anonymous) quei siti che violavano i copyright dei quali erano detentori. Contro Sony, che aveva scatenato una causa contro il programmatore che aveva permesso di eseguire codice non previsto dal produttore sulla sua PS3.

Si e’ schierato a favore di Assange e del suo WikiLeaks, attaccando Visa, Mastercard ed altre aziende del settore. Ancora attacchi contro siti governativi del Medio Oriente e dell’Africa, contro partiti politici di destra. Contro aziende di consulenza per la sicurezza informatica contrattuate dallo stato americano, contro la Bank of America. Contro coloro che avevano provocato la chiusura di Megaupload, hanno attaccato il Dipartimento di giustizia, MPAA e RIAA, FBI e Warner Bros. Per concludere, qui da noi, hanno attaccato Vitrociset, azienda che si occupa di servizi e sicurezza informatici per pubblica amministrazione e forze dell’ordine (come dire, sapete a chi state affidando i vostri sistemi ed i dati ivi contenuti?). Per concludere, freschi di questi giorni, gli attacchi ai siti del Vaticano e di Radio Vaticana, bucati per ben tre volte.

La pubblica esposizione dei cadaveri delle home page (vetrine, e dunque forma e dunque immagine, cioe’ $oldi) o quella delle debolezze dei sistemi informatici di governi, forze dell’ordine, ultracorporazioni e lobby, fa sembrare che in certa misura, il divario di mezzi, di possibilita’ di combattere ad armi pari, tutto sommato non sia cosi ampio. D’altra parte l’informazione e la sua spettacolarizzazione onnicomprensiva abbracciano tutto e tutti, ed e’ di pochi verso praticamente tutti. Non e’ vero che la visibilita o la possibilita di far arrivare idee sia alla portata di ciascuno. Internet e’ un piccolo universo, tanto ampio ed affollato di contenuti e di ego digitali, come e piu del mondo reale. Ed emergerne non e’ banale.

Questi hacktivisti stanno mandando a gambe all’aria mezzo mondo. Se siete un gruppo di potere identificabile, o se lo state difendendo, aspettatevi una visita da parte di costoro. Difensori della legge, consulenti di sicurezza, paladini del copyright, illustri ipocriti pastori d’anime. Non ce n’e’ per nessuno.